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Vendita allo scoperto

La vendita allo scoperto si configura come un prestito non di denaro bensì di titoli e, come solitamente accade in quello di denaro, vi è un interesse da corrispondere al datore del prestito. L’ammontare dell’interesse da pagare cresce in relazione all’aumento della durata di questo prestito di titoli, poiché chi effettua la vendita a nudo deve, entro un certo lasso temporale, acquistare sul mercato (quindi a prezzo di mercato) i titoli rifondendoli così al prestatore: operazione tecnicamente definita ricopertura dello scoperto (in inglese short covering). Per l’acquirente lo short selling attuato dal venditore è praticamente invisibile e perciò ininfluente, dunque per il compratore non vi è differenza tra i titoli acquistati da una vendita allo scoperto o non allo scoperto.

Siccome l’incasso generato dalla vendita dei titoli è antecedente rispetto al momento del loro effettivo acquisto da parte del venditore, lo short selling viene effettuato quando lo scopertista prevede che il costo della loro successiva acquisizione sul mercato (quella destinata alla ricopertura dello scoperto, cioè a rifondere il datore del prestito) sarà inferiore al prezzo precedentemente incassato (e di solito tale controvalore ricevuto viene provvisoriamente posto a garanzia sullo short fino a ricopertura eseguita). In questo caso il rendimento complessivo dell’operazione di short selling sarà risultato in profitto.

Se, al contrario, il prezzo dei titoli aumenta durante il tempo del prestito, il rendimento dell’operazione sarà risultato in perdita. Per tale ragione la vendita allo scoperto si effettua principalmente quando i mercati azionari si trovano in una fase discendente, da qui il nome “short” giacché storicamente le fasi discendenti dei mercati finanziari hanno una durata più breve e sono meno numerose delle fasi ascendenti.

 

da https://it.wikipedia.org/wiki/Vendita_allo_scoperto